Google è il primo motore immobile.
Molto spesso è proprio la scarsità, la difficoltà di accesso a un cibo che ne fonda il valore di prodotto raro e pregiato.
L'uomo mangia per vivere e vive per mangiare.
Ciascuno sempre connesso con il suo tutor virtuale e sconnesso dagli altri.
SMS al posto delle molotov e twitter al posto delle pietre. È la forza dell'intifada digitale.
Internet è finito. Tutti questi computer e gadget digitali che si usano per ascoltare la musica non fanno bene alla musica stessa. Ci riempiamo la testa con dei numeri. La canzone di un album non è semplicemente un numero nella tracklist. Le canzoni hanno un loro titolo e un autore.
I diamanti sono per sempre. Le e-mail ci sono vicine.
L'identità online è raccontare se stessi.
Con la distribuzione e la vendita online, stiamo entrando nel mondo dell'abbondanza.
Connessione e condivisione di rete non si identificano con 'incontro', che è un'esperienza molto impegnativa a livello di relazione.
La nuova interdipendenza creata dall'elettronica ricrea il mondo ad immagine di un villaggio globale.
Il tema principale dell'ecosistema Internet riguarda la tutela del diritto d'autore e lo sviluppo del mercato legale dei contenuti. E' un tema che richiede un approccio innovativo, sia verso i consumatori che verso i diversi soggetti che concorrono alla catena del valore dei servizi digitali.
Tutto ha il diritto di esistere e venire rappresentato "in rete". Questa è la vera giustificazione alla mancanza di regole e di censure sul web. La "rete" è (e deve restare) una giungla pericolosa e spietata come il mondo reale, uno specchio del mondo reale.
La musica in Internet viene ascoltata in modo frettoloso. E allora mi è scattata la voglia di recuperare lo spirito di un tempo, quando ci si metteva con calma a sentire i brani che passavano in radio.
L'autostrada informatica trasformerà la nostra cultura tanto drasticamente quanto l'invenzione della stampa di Gutenberg ha trasformato quella del Medio Evo.