Ogni felicità è un'innocenza.
L'amore è un castigo: siamo puniti per non aver saputo restare soli.
Credo che in ogni vita ci siano periodi in cui un uomo esiste realmente, e altri in cui egli non è che un agglomerato di responsabilità, di fatiche e, per le teste deboli, di vanità.
La nostra memoria allontana o avvicina i fatti, li arricchisce o li impoverisce, e li trasforma per farli rivivere. La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine: essa vive e cambia, avvicina i pezzi spenti per farne di nuovo scaturire la fiamma.
La libertà basta volerla.
Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perché allora ci si aspetta di vederci smettere d'esercitarle.
La confessione dei nostri peccati è il primo passo verso l'innocenza.
Un'anima umana, nell'età dell'innocenza, è sempre rispettabile.
È meglio diventar ape e costruire in innocenza la propria casa, che il dominar coi signori del mondo e urlare con loro, come con lupi, che dominar popoli e macchiarsi le mani dell'impura materia.
L'innocenza cominciò cor prim'omo, e lì rimase.
A che gioverebbero la purezza e l'innocenza, a noi uomini? Un fiore bene scelto per l'occhiello ha un effetto molto maggiore.
L'innocenza ha il sapore di un uomo che difende la verità e si chiede ogni giorno l'amore che sguardo avrà.
L'antichità si presenta a noi rivestita di tanta innocenza unicamente per il fatto che essa non conobbe il cristianesimo.
Essere innocenti è pericoloso perché non si hanno alibi.
L'innocenza cominciò col prim'omo, e lì rimase.