La religione è una delle forme dell'oppressione spirituale.
L'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli.
Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai, egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.
Il cinismo non sta nelle parole che descrivono la realtà ma nella realtà stessa.
La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati.
Finché esiste lo Stato non vi è libertà; quando si avrà libertà non vi sarà più Stato.
La religione è uno dei maggiori ostacoli che dobbiamo affrontare nel mondo d'oggi.
Unica tra le religioni, il cristianesimo non annuncia solo la salvezza dell'anima, la sopravvivenza dello «spirito», bensì pure la risurrezione della carne.
Non bisogna dimenticare che religioso non è più sinonimo di santo di quanto soldato lo è di eroe.
La religione è un narcotico con cui l'uomo controlla la sua angoscia, ma ottunde la sua mente.
Coloro che hanno una religione possono ritenersi felici, perché non a tutti è dato credere a cose sopraterrene.
La religione è un'illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio.
Il punto di vista secondo cui il credente sarebbe più felice dell'ateo è assurdo tanto quanto la diffusa convinzione che l'ubriaco è più felice del sobrio.
La religione di Gesù Cristo, annunciata da ignoranti, ha fatto i primi cristiani. La stessa religione, predicata da dotti, oggi fa soltanto degli increduli.
L'umanità sta stretta nella religione così come un bambino, crescendo, diventa troppo grande per il suo vestito; e non c'è niente da fare: il vestito si strappa.
L'unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre intensamente il reale.