La religione è l'oppio dei popoli.
Il comunismo nega la necessità dell'esistenza delle classi; vuole abolire ogni classe, ogni distinzione di classe.
Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.
Non esiste nulla che abbia valore senza essere un oggetto d'utilità.
La necessità di rinunciare alle illusioni è la necessità di rinunciare a una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Il lavoro non è la fonte di ogni ricchezza.
In breve, chiunque accetterà di consultare il buon senso sulle credenze religiose, si accorgerà facilmente che tali credenze non hanno alcun solido fondamento; che ogni religione è un castello in aria.
La promessa dell'immortalità basta a mettere in piedi una religione.
Dal momento che la religione produce effetti pubblici e politici, essa aumenta considerevolmente il suo potere di nuocere.
Il più profondo equivoco della religione: "gli uomini malvagi non hanno religione".
Di solito la gente è infastidita da quei passi della Bibbia che non comprende, mentre i passi che infastidiscono me sono quelli che comprendo.
La religione è considerata vera dalla gente comune, falsa dalle persone sagge, utile dai governanti.
Una cosa è chiedersi se una religione è vera, altra se è utile. Io sono fermamente convinto che le religioni, come sono dannose, così sono false.
Sono prima di tutto un cristiano. Ma credo nella tolleranza religiosa e nel trovare i punti in comune tra tutti noi.
Il punto di vista secondo cui il credente sarebbe più felice dell'ateo è assurdo tanto quanto la diffusa convinzione che l'ubriaco è più felice del sobrio.
I santi andrebbero considerati colpevoli fino a che non ne venga comprovata l'innocenza.