Se non ci può essere amore tra gli uomini che ci sia almeno amore tra gli uomini e Dio.
— Jack Kerouac
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La nostra interpretazione
Le parole di Kerouac esprimono una profonda sfiducia nella capacità degli esseri umani di volersi bene in modo autentico, e allo stesso tempo custodiscono un desiderio di salvezza che non si arrende. Di fronte ai conflitti, all’egoismo e all’incapacità di comprendersi, nasce l’idea che, se tra persone non riesce a svilupparsi un legame sincero e disinteressato, occorra cercare un’altra forma di legame che non dipenda dalle fragilità umane. Il riferimento al rapporto tra esseri umani e Dio indica la ricerca di un amore che non tradisce, che non è minacciato da rivalità, orgoglio o paura. È un invito a orientare il bisogno di comunione verso una dimensione trascendente, dove l’amore non è un contratto tra parti deboli ma un dono che discende dall’alto.
In questa prospettiva, la relazione con il divino diventa un rifugio, ma anche un modello: se la comunicazione fra persone fallisce, rimane la possibilità di un dialogo con qualcosa di assoluto, capace di accogliere senza condizioni. Dietro queste parole non c’è solo rassegnazione, ma anche la speranza che esista comunque un luogo interiore dove l’amore può restare integro e non contaminato dal fallimento delle relazioni umane. È un appello a non lasciare che la mancanza di tenerezza tra uomini spenga del tutto il desiderio di un legame più grande, capace di restituire senso, consolazione e dignità all’esistenza.