Il vino è il più certo, e il più efficace consolatore.
Non è veramente furbo chi non teme, o presume e confida con certezza, di non poter essere ingannato, trappolato ec.: perché non conosce dunque e non apprezza a dovere le forze della sua stessa furberia.
Se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo più soddisfatti di noi medesimi, segue ch'ella è appresso a poco quella che noi lasciamo più annoiata.
L'abuso e la disubbidienza alla legge, non può essere impedita da nessuna legge.
Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura, perché da noi si dura?
Nulla è più raro al mondo, che una persona abitualmente sopportabile.
Il vino spara fulmini e barbariche orazioni che fan sentire il gusto delle alte perfezioni.
Il vino è il balsamo della vecchiaia. Lo hanno detto i proverbi di tutte le nazioni, lo hanno proclamato i medici d'ogni tempo e Galeno lasciò scritto: Sane vinum pueris est alienissimum, ita senibus aptissimum.
Dal vino si impara un'ipotesi importante: quando percepiamo un'evidente perdita di anima, lì stanno lavorando, sotto la superficie di un'apparente barbarie, eventi di natura diversa che è possibile riconoscere uno ad uno.
Lavorare nel mondo del vino è un ottimo modo per unire piacere e dovere. Il vino è fantasia.
Il vino è il canto della terra verso il cielo.
La vita sarebbe tristissima senza il vino o le patatine fritte, ma se me li proponi a colazione, pranzo e cena mi ritrovo a 20 anni con il fegato a pezzi.
Male, male assai fanno coloro che si lasciano vincere dal vino. A poco a poco, sentono nausea al cibo e si nutrono quasi esclusivamente di quello; indi si degradano agli occhi del mondo, diventando ridicoli, pericolosi e bestiali.
L'uva è rigonfia d'acqua, flagellata da continui acquazzoni; oste, ammesso che tu ne avessi voglia, non puoi vendere quest'anno il vino puro.
Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.