Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria.
Siamo forti contro le tentazioni forti. Contro le deboli, deboli.
I cantanti non sono quasi mai antipatici, perché quasi sempre sono ridicoli.
Il denaro, e il lavoro: nei casi migliori, l'arte: ecco che cosa troverete in fondo alla società cinematografica. Null'altro.
Nel suo piccolo, il microcosmo del vino descrive l'avvento, a livello planetario, di una prassi che, salvando il gesto, sembra (ho detto sembra) disperderne il senso, la profondità, la complessità, l'originaria ricchezza, la nobiltà, perfino la storia.
Il buon vino è un docile animale domestico se se ne fa buon uso.
Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo.
L'uva è rigonfia d'acqua, flagellata da continui acquazzoni; oste, ammesso che tu ne avessi voglia, non puoi vendere quest'anno il vino puro.
I veri intenditori non bevono vino. Degustano segreti.
Quello che Freud è per la psicanalisi, io lo sono per il vino.
Il vino aggiunge un sorriso all'amicizia ed una scintilla all'amore.
Quando il vino entra, strane cose escono.
In Romagna siamo ospitali In Emilia se dici "C'ho sete", ti danno un bicchiere d'acqua. In Romagna se dici "C'ho sete", ti danno del Sangiovese.