Il nostro prossimo è tutto ciò che vive.
Vorrei sopportare tutte le umiliazioni, tutte le torture, l'ostracismo assoluto e anche la morte, per prevenire la violenza.
Nessuna civiltà potrà essere considerata tale se cercherà di prevalere sulle altre.
Non dobbiamo né pensare male degli altri, né sospettare gli altri di pensare male di noi. L'inclinazione a prestare orecchio alle cattive dicerie è un segno di mancanza di fede.
L'utile e l'inutile non possono, come in linea di massima il bene e il male, che procedere insieme, e l'uomo deve fare la sua scelta.
Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare.
Il prossimo comincia da sé stessi!
Non amare il tuo prossimo come te stesso: se sei in buoni rapporti con te stesso, è un'impertinenza, nel caso opposto, è un'offesa.
Prossimo: uno che ci è stato imposto di amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.
Chi va dal prossimo, perché cerca se stesso, e chi, perché vorrebbe perdersi. Il vostro cattivo amore di voi stessi vi trasforma la solitudine in un carcere.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.
Chi disprezza il prossimo si preoccupa già troppo del prossimo.