La guerra è la sintesi culminante e perfetta del progresso.
Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
L'ora è venuta di tentare tutte le rivoluzioni per liberare il popolo italiano da tutti i pesi morti e da tutti i ceppi (matrimonio e famiglia cattolica soffocatrice, pedantismo professorale, elettoralismo, mentalità pessimistica, provinciale, mediocrista e quietista).
La patria è il massimo prolungamento dell'individuo o meglio: il più vasto individuo vivo capace di vivere lungamente, di dirigere, dominare e difendere tutte le parti del suo corpo.
Il comunismo è l'esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l'umanità.
Non v'è più bellezza, se non nella lotta.
La guerra è il sistema più spiccio per trasmettere una cultura.
La guerra, questa giustificazione della stupidità umana.
La guerra è madre di tutte le cose e di tutte regina; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.
I vantaggi della guerra, se ce né qualcuno, sono solo per i potenti della nazione vincente. Gli svantaggi ricadono sulla povera gente.
Una guerra non è vinta se il nemico sconfitto non è stato trasformato in un amico.
Facciamo la guerra per poter vivere in pace.
Fra le armi tacciono le leggi.
Preparare la guerra è l'unico modo per mantenere la pace.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.