Facciamo la guerra per poter vivere in pace.
Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo.
Ci si dovrebbe comportare con i propri amici come noi vorremmo che si comportassero con noi.
La comunità politica migliore è formata da cittadini della classe media.
Chi non ha mai imparato ad obbedire non può essere un buon comandante.
Non esaltiamo la guerra per la guerra, come non esaltiamo la pace per la pace.
La guerra non consiste solo di battaglie, o dell'atto di combattere, ma di un periodo di tempo, in cui la volontà di contendere in battaglia è sufficientemente nota.
È certo assai più difficile perdere una guerra che vincerla. A vincere una guerra tutti son buoni, non tutti son capaci di perderla.
In guerra le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
La guerra è crudele per i popoli e terribile per i vinti.
Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
Quanto più siamo forti, tanto meno probabile è la guerra.