Chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.
Mi sono spiato illudermi e fallire abortire i figli come i sogni mi sono guardato piangere in uno specchio di neve mi sono visto che ridevo mi sono visto di spalle che partivo.
Filo filo del mio cuore che dagli occhi porti al mare c'è una lacrima nascosta che nessuno mi sa disegnare.
Perché non c'è mai stato uno scrittore come ministro della cultura?
Mannerini mi ha insegnato che essere intelligenti non significa tanto accumulare nozioni, quanto selezionarle una volta accumulate, cercando di separare quelle utili da quelle disutili.
Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che pensano e quelli che lasciano che siano gli altri a pensare.
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
Che cosa sono i ricordi? Troppe volte la tisi dell'anima.
Il ricordo è una forma di incontro.
Il ricordo è una pietra che ostacola il cammino della speranza.
L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.
Chi non ricorda, non vive.
Il ricordo è un modo di incontrarsi.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
I nostri ricordi sono schedari consultati e poi restituiti in disordine da autorità che noi non controlliamo.