Le cattive leggi sono la peggior sorte di tirannia.
Come le altre semplici astrazioni, non si può trovare la libertà in astratto.
L'emancipazione degli uomini fa progressi. Agli uragani danno ora anche nomi maschili, finora erano un privilegio delle donne.
L'arroganza che deriva dall'età deve essere placata dall'insegnamento della giovinezza.
C'è limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù.
L'uso della sola forza non ha che un effetto temporaneo. Può soggiogare per un po', ma non toglie la necessità di soggiogare di nuovo: e non si può governare una nazione che deve essere sempre riconquistata.
Non è vera né buona legge quella che non ha per madre la Sofia e per padre l'Intelletto razionale.
A vergogna degli uomini, si sa che le leggi del gioco sono le sole che dappertutto siano giuste, chiare, inviolabili e osservate.
Le più grandi leggi sono indefinibili; si intravedono soltanto come orizzonti di quiete, come una promessa lontana di felicità.
Per dare savie leggi a un popolo bisogna essere anche un poco artisti.
Chi ha fatto la legge deve essere il primo ad ubbidire alla legge.
L'uso corregge le leggi.
L'orrore della legge fa la maestà del giudice.
Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio.
Siamo schiavi della legge, per poter essere liberi.
Le leggi sono le condizioni colle quali uomini indipendenti e isolati si unirono in società, stanchi di vivere in continuo stato di guerra.