Giovani non si nasce, si diventa.
Il male di moltissimi cattolici è che somigliano maledettamente ai protestanti.
Un pugno d'uomini indecisi a tutto.
Anche gli antichi, dopo tutto, di coglionerie ne dicevan tante.
L'attività del cretino è molto più dannosa dell'ozio dell'intelligente.
Conosciuti bene i furbi ci si vanta di essere fessi.
I giovani non sono sospettosi, perché di male non ne hanno ancora visto molto. Sono fiduciosi, perché non hanno avuto ancora il tempo di essere ingannati.
Se la gioventù è un difetto, essa è un difetto di cui ci liberiamo troppo presto.
La gioventù è il paradiso della vita: l'allegria è la gioventù eterna dell'animo.
Accusare i giovani è una parte necessaria nell'igiene dei vecchi, e aiuta enormemente la loro circolazione sanguigna.
In gioventù vivere è godere, nella virilità lavorare, al di là di questa aspettar la morte.
I giovani debbono imparare ad essere filiali in casa e rispettosi in società; debbono essere coscienziosi e onesti; amare inoltre tutto quanto il prossimo, allacciando amicizia con i migliori. Se, dopo aver agito conformemente a questi precetti, resta loro qualche energia, leggano libri.
Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c'è più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia.
I giovani di oggi sono davvero terribili. Non hanno il benché minimo rispetto per i capelli tinti.
I giovani vanno convinti con la saggezza non con la forza.
Vent'anni: pochi pensieri e tanti desideri.