Massimo segno della fine, è il principio.— Carlo Dossi
Massimo segno della fine, è il principio.
Quanto piccolo l'uomo dinanzi l'universo, quanto grande lui che l'universo comprende!
L'ultimo gradino della cattiva fortuna è il primo alla buona.
Continuamente nascono i fatti a confusione delle teorie.
Un uomo io lo stimo quanto insaccoccia. L'anima umana sta nella borsa. Vuota la borsa, addio anima!
Un vero grande uomo non può essere che umile. Egli conosce quanta pochissima parte abbia la volontà sua ne' concepimenti di lui, quanto egli debba tutto ad un incontrollabile estro che non si sa, fino ad oggi, donde venga, come esploda, perché fugga.
C'è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte.
Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questa domanda che il pensiero lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.
Il lieto fine è la nostra fede nazionale.
Più o meno, noi desideriamo veder la fine di tutto ciò che operiamo e facciamo; siamo impazienti di giungere al termine, e lieti di esservi giunti. Soltanto la fine totale, la fine di tutte le fini, noi ce l'auguriamo, di solito, il più tardi possibile.
Un fine autentico può fare a meno di speranze e anche di ogni probabilità di essere raggiunto.
Il fine, che non può essere conseguito se non con mezzi cattivi, non può essere un fine buono.
Il fine può giustificare i mezzi purché ci sia qualcosa che giustifichi il fine.
La scuola è fatta per avere il diploma. E il diploma? Il diploma è fatto per avere il posto. E il posto? Il posto è fatto per guadagnare. E guadagnare? È fatto per mangiare. Non c'è che il mangiare che abbia fine a se stesso, sia cioè un ideale. Salvo in coloro, in cui ha per fine il bere.
Il presente non costituisce mai il nostro fine. Passato e presente sono mezzi, solo l'avvenire è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.