Teneva la moglie come certi bibliofili tengono i libri, senza toccarli.
Alle volte, coi libri di teologia e di filosofia, si fa una strenua fatica per capire che quanto si arriva a capire non valeva la pena di esser capito.
Il campo del verosimile è assai minore di quello del vero.
Riconoscere i propri torti e domandarne altrui scusa, non è già un avvilirsi, ma è anzi un rialzarsi nella stima degli altri e di noi.
Di molte cose pare che non si possa far senza: poi quando si perdono o loro si rinuncia, ci accorgiamo che si può far senza benissimo anche di esse. E così dovrebbe essere anche per la vita che sembra, a chi la possiede, indispensabile.
Ogni dovere e diritto nasce e procede dall'istinto della propria conservazione.
Certo ci sono bibliofili che collezionano a soggetto e persino leggono i libri che accumulano. Ma per leggere tanti libri basta essere topo di biblioteca. Il bibliofilo, invece, anche se attento al contenuto, vuole l'oggetto, e che possibilmente sia il primo uscito dai torchi dello stampatore.
I bibliofili possessori di biblioteche di cui non volgono una pagina, si possono paragonare agli eunuchi in un harem.
Un libro che per sé non valga nulla, ma sia difficile da trovare, diventa pei bibliofili di professione un libro prezioso.
Certi bibliofili fanno all'amore coi libri a un dipresso come gl'impotenti fanno all'amore colle donne.