Molti scrittori scrivono libri che loro stessi non leggerebbero mai.
A chi non piace piacere?
Scrivere è riuscire a dire le cose gravi con frivolezza e quelle leggere con gravità; ci vuole però, il senso dell'ironia e anche quello dell'autoironia.
Scrittore: razza di intellettuali con pubblico limitato e presunzione infinita.
Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
A una certa età gli scrittori si trasformano in tante Vecchie Mamme Hubbard, le scrittrici in tante Giovanne d'Arco senza battaglie.
Gli scrittori sono come i denti, si dividono in incisivi e molari.
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
Il dovere dello scrittore è contemplare l'esistenza, non dissolversi in essa.
Quando uno scrittore diventa un classico non c'è più bisogno di leggerlo: basta citarlo.
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti.
Ciò che chiamiamo scrittore è questa strana figura sociale, né esperto né gente, a cui si dà ascolto senza avergli posto alcuna domanda.