Gli scrittori sono come i denti, si dividono in incisivi e molari.
Uno dei dolori più forti per la natura umana è causato dal dolore di una nuova idea.
Niente è più spiacevole di una persona virtuosa con una mente meschina.
La povertà è una cosa anormale per i ricchi. È difficile capire perché la gente che vuole la cena non suona il campanello.
Il capitale deve essere mosso dall'interesse personale; non può essere lusingato dalla benevolenza.
Se uno scrittore è prolifico, date un'occhiata a sua moglie. È quasi sempre brutta. E che volete che faccia il poveretto? Scrive!
Il compito dello scrittore non è di esaltare il poco di bello che c'è: è di cercare il male, il brutto, e poi di denunciarlo. Il compito dell'uomo non è accontentarsi: è ribellarsi. Solo attraverso la ribellione si può cercare la verità.
In generale, gli scrittori sono convinti segretamente di essere letti da Dio.
Gli scrittori creativi sono più grandi delle cause che rappresentano.
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.
Uno scrittore impegnato non è come uno scrittore solenne.
Se uno scrittore deve mettersi nei panni dell'orizzonte di attesa di un lettore, questo lettore deve essere lui stesso: che scriva dunque come e cosa gli piacerebbe leggere.
Ci sono scrittori che riescono a esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Non solamente sono pochi i moderni scrittori italiani che sappiano fare un buon libro, ma sono anche pochi quelli che dopo d'aver sfatto un libro o buono o cattivo, sappiano fargli un buon titolo.
La cosa peggiore che può accadere a uno scrittore è non essere maturo per le sue stesse idee.