Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
Non rimuginare mai sul passato. Pensa sempre al futuro ed a come sia destinato ad essere ancor peggiore.
Uno scrittore non si contenta di avere successo. Per essere realmente in pace con se stesso ha bisogno dell'insuccesso altrui.
Oggi tutto è cinema; l'unica cosa che praticamente cambia è dove e come lo si vede.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati.
Ogni volta che un amico ha successo, un piccolo qualcosa dentro di me muore.
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Uno scrittore è un uomo che con una musica gentile si tira vicino un lettore poi gli appiccica una frustata in faccia e questa frustata è salutare perché o fracassa una menzogna convenzionale o schianta in due un pregiudizio...
Ci sono scrittori che riescono a esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Quando uno scrittore diventa un classico non c'è più bisogno di leggerlo: basta citarlo.
Gli scrittori amano i gatti perché sono creature così tranquille, amabili e sagge, e i gatti amano gli scrittori per gli stessi motivi.
Un vero scrittore non scrive in una lingua appresa da adulto, ma nella lingua che conosce sin dall'infanzia.
Quando uno non riesce in nessun'altra cosa, di solito si mette a scrivere.
Scrivere è trasformare in soldi i propri momenti peggiori.
A una certa età gli scrittori si trasformano in tante Vecchie Mamme Hubbard, le scrittrici in tante Giovanne d'Arco senza battaglie.
Tentiamo una definizione: lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura.