Le più diffuse credenze traggono la loro forza dall'inverificabilità.
Man mano che aumenta la saggezza diminuiscono le occasioni di utilizzarla.
La sostanza sta nelle sfumature.
La pazienza è una virtù che si acquista con la pazienza.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
Vivere del proprio lavoro, una necessità; vivere del lavoro altrui, un'aspirazione.
Per credere è d'uopo voler credere.
O si crede o non si crede. Il mistero rimane tale e forse un giorno, se esiste, lo sveleremo per intero. Post mortem.
Non capisco bene perchè gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angeli.
In quanto a credere, sono pronto a credere tutto ciò che è incredibile.
Accettare una credenza semplicemente perché essa è costume, significa: essere disonesti, essere vili, essere pigri. E così disonestà, viltà e pigrizia sarebbero i presupposti dell'eticità?
Non credere a nessuno che dice sempre la verità.
Credo sì e no, come uno che ha paura di sperare e che sperando sa di aver paura.
Non credere a nulla, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
C'è molto a cui credere: alla forza dei valori umani che con i millenni il cervello ha elaborato progressivamente per raggiungere una coscienza etica.
Poca gente è degna di non credere a niente.