Io credo in Dio. Il problema è che credo a tutti.
Le idee sono come vicini in visita di cortesia che bussano alla nostra testa. Qualche volta non c'è nessuno. Altre volte ci sorprendono quando siamo in mutande e non abbiamo nessuna voglia di aprire.
Il popolo freme, sussurra, si accalca, brontola, strepita, acclama, fischia, deride, dileggia, minaccia, ondeggia, schiamazza, si indigna, avanza. E poi torna a casa per cena.
Dio c'è. Ma temo sia incazzato.
Creatività è tutto ciò che non esisteva prima di averci pensato.
Non è vero che stravedo per la cocaina. Mi piace solo il suo odore.
Solo un Dio che si propone con segni, indizi, tracce, impronte e che non si impone, apparendo sfolgorante nella Sua gloria, può instaurare con le Sue creature un rapporto libero e non una dipendenza necessaria.
Anche se non esiste, Dio c'è.
Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.
A volte ho l'impressione che Dio, nel creare l'uomo, abbia in qualche modo sopravvalutato le sue capacità.
Dio non aveva fatto che l'acqua, ma l'uomo ha fatto il vino!
Dio non è geloso dei suoi privilegi, non ne ha.
In verità tremo per il mio paese quando considero che Dio è giusto.
La cosa più insopportabile sarebbe un Dio che fosse come l'uomo se lo augura.
Le leggi morali non ce le ha date Dio, ma non per questo sono meno importanti. Questa dovrebbe essere l'etica dominante, senza aspettarsi una ricompensa nell'aldilà.
Dobbiamo fare soltanto la volontà di Dio. Il resto non conta.