Un romanzo non è mai altro che una filosofia tradotta in immagini.
Anch'io come tutti, avevo letto dei racconti sui giornali. Ma certo esistevano libri speciali che non ho mai avuto la curiosità di consultare; in essi forse avrei trovato dei racconti di evasione.
C'è sempre una filosofia per la mancanza di coraggio.
Come vivere senza qualche buona ragione di disperare!
Quando non si ha carattere, bisogna pure darsi un metodo.
Il buddhismo è l'ateismo divenuto religione.
Il romanzesco è la verità dentro la bugia.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
Tutti i romanzieri, forse, non scrivono che una sorta di tema (il primo romanzo) con variazioni.
Il romanziere è lo storico del presente, mentre lo storico è il romanziere del passato.
I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s'allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.
Il romanzo è il privilegio dei ricchi, non la professione dei disoccupati. Il povero deve essere pratico e prosaico.
Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.