Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.
Non bisogna farsi mai ricattare dalla stupidità altrui.
Ma l'esibizionista (tale il suo dramma) non ci consente di ignorare la sua vergogna.
Appartengo ad una generazione perduta, e mi ritrovo soltanto quando assisto in compagnia alla solitudine dei miei simili.
L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.
La comicità è la percezione dell'opposto, del diverso; l'umorismo ne è il sentimento.
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.
Il romanzo è la favola delle fate di chi non ha immaginazione.
I romanzi sentimentali corrispondono a quelle che sono, in medicina, storie cliniche.
Scrivere oggi un romanzo tradizionale pare anacronistico e temerario come uscire in carrozza e cilindro, generoso e sfortunato come l'ultima carica del Savoia Cavalleria contro i carri armati russi.
Fare oggi un romanzo tradizionale ha lo stesso senso che conquistare oggi l'Eritrea o fondare oggi la Fiat.
Il romanzo non deve avere alcuna fretta. In passato anche la fretta poteva rientrare nella sua sfera, oggi è passata al film; confrontato ad esso, il romanzo frettoloso è destinato a restare sempre inadeguato.
Il romanzesco è la verità dentro la bugia.
Romanzi d'amore, pasticche di sospiri.
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.