Il presente si degrada, prima in storia, poi in nostalgia.
Senza venerare alcun dio, un elemento di architettura domestica, non meno di una moschea o di una cappella, può aiutarci a ricordare chi siamo davvero.
Una casa può trasmetterci uno stato d'animo che siamo incapaci di crearci da soli ma a volte l'architettura più nobile può fare per noi meno di una siesta o un'aspirina.
La libertà di pensare è il coraggio di imbattersi nei proprio demoni.
Nell'architettura nulla è mai brutto in sé: semplicemente nel posto sbagliato o della misura sbagliata, mentre la bellezza è figlia di una relazione coerente tra le parti.
Il presente si deteriora, prima in storia, quindi in nostalgia.
La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Non c'è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state!
Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l'amabile, è la vita nella sua seducente banalità.
Nostalgia: il ricordo delle cose passate.
Chi crede in Dio è abitato da una sottile ma insopprimibile nostalgia. Nostalgia per le promesse che la vita contiene e che essa da sé non realizzerà mai.
Il pensiero di un uomo è innanzitutto la sua nostalgia.
Nostalgico. Dicesi di chi si trova all'estero senza una lira.
La nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.
La nostalgia è rendersi conto che le cose non erano insopportabili come sembravano allora.