Perché ci siano grandi poeti ci devono essere grandi pubblici.
Il presente che è mai, se non un pollone del passato? (Come una pallottola forgiata, proiettata, se supera una certa linea continua ad avanzare, così il presente, interamente forgiato, proiettato dal passato.
Meglio perverso, che virtuoso per paura o per conformismo.
Tutta la bellezza deriva da un bel sangue e da un bel cervello.
I grandi poeti si fanno conoscere per l'assenza di artifizi e si giustificano in virtù di un perfetto candore. Ogni colpa può venir perdonata a colui che possiede candore perfetto.
Credo che il lavoro dell'erba non sia da meno di quello delle stelle nel loro cammino.
Un poeta ama gli anemometri e non gli oroscopi.
Niente può essere inutile a un poeta.
Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente.
Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta.
Io non credo in quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. Io so quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo ogni singolo verso genuino deve aver bevuto, prima di poter alzarsi in piedi e camminare da solo.
I poeti non hanno pudore verso le loro esperienze intime: le sfruttano.
Il poeta, se è e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce perciò ispiratore di buoni e civili costumi, d'amor patrio e familiare e umano.
Molti si sono occupati a combattere la frase e il luogo comune o a farne risaltare il ridicolo. Credo che compito del poeta sia quello di far nuove le parole o di sfuggire le insidie del luogo comune.
Poeta è qualcosa che si può soltanto essere, ma non diventare.
I poeti hanno dentro di sé un riflettore, l'osservazione; e un condensatore, la commozione. Di qui derivano quei grandi fasci luminosi che escono dal loro cervello e fiammeggiano sulla tenebrosa muraglia umana.