Un poeta ama gli anemometri e non gli oroscopi.
Ciò che davvero conta nella vita si fa gratis.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
Occorre disponibilità a modificarsi, accogliendo le lezioni della realtà.
La vita è pienamente godibile solo se illuminata da un significato superiore.
Difficile stabilire a priori quando la verità vissuta risiede nella diserzione e quando essa si trova nell'obbedienza; c'è una bolsa retorica dell'ordine e ce n'è una, altrettanto stantia, della trasgressione.
Le opere dei grandi poeti non sono ancor mai state lette dall'umanità, perché solo grandi poeti le sanno leggere.
Il poeta vive di esagerazioni e si fa conoscere per mezzo di fraintendimenti.
Un tempo il calzolaio aveva un rapporto personale con i suoi stivali; oggi il poeta non ne ha nessuno con le sue esperienze.
Perché ci siano grandi poeti ci devono essere grandi pubblici.
Il vero poeta non deve avere parenti.
A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.
Il poeta è sempre lontano dall'impossibile.
I poeti hanno dentro di sé un riflettore, l'osservazione; e un condensatore, la commozione. Di qui derivano quei grandi fasci luminosi che escono dal loro cervello e fiammeggiano sulla tenebrosa muraglia umana.
Tutti i poeti sono pazzi.
Niente può essere inutile a un poeta.