Una burla che i vivi giuocano ai morti.— Voltaire
Una burla che i vivi giuocano ai morti.
Più a lungo indugiamo sulle nostre sventure, più grande è il loro potere di farci del male.
I tiranni hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle.
Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia.
Desiderare la grandezza del proprio paese è desiderare il male dei propri vicini. Chi volesse che la propria patria non fosse mai né più grande né più piccola, né più ricca né più povera, sarebbe cittadino dell'universo.
Solo gli operai sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare.
La storia distilla soltanto i ricordi positivi.
Studiare la storia significa abbandonarsi al caos, ma nello stesso tempo conservare la fede nell'ordine e nel senno.
Secondo quello che so della Storia, vedo che il genere umano non potrà mai fare a meno di capri espiatori.
Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano.
Ogni vera storia è sempre autobiografica.
Di una storia è vero solo quello che l'ascoltatore crede.
La storia del mondo è la storia di pochi privilegiati.
Il male va distinto in possibile e reale: in Dio è presente come possibile, e lì lo trova l'uomo, che lo realizza nella storia.
L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.
Il leader del PD non può venire né dalla storia del Pci né da quella della Dc.