L'abitudine si vince con l'abitudine.
Nelle cose essenziali, unità; nel dubbio, libertà; in tutte le cose, carità.
Di due mali, sempre si scelga il minore.
Una volta sottratto agli occhi passa presto anche dalla mente.
Nessuno sostiene una lotta più dura di colui che cerca di vincere se stesso.
Tacere del tutto è più facile che evitare le intemperanze del discorrere, come è più facile stare chiuso in casa che sapersi convenientemente controllare fuori casa. Perciò colui che vuole giungere alla spiritualità interiore, deve, insieme con Gesù, ritirarsi dalla gente.
L'abitudine fa della vita un proverbio.
Nelle nostre azioni abituali di mille non ce n'è una sola che riguardi noi stessi e la nostra condizione.
A nulla ci si abitua tanto presto che le cattive abitudini.
Certe abitudini si possono più facilmente troncare che moderare.
Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
Si fa l'abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.
Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l'abitudine e la novità.
Non nella novità, ma nell'abitudine troviamo i piaceri più grandi.