Fa un cattivo servigio al mendicante chi gli dà da bere e da mangiare.
Un animo forte e tranquillo riduce i mali a metà.
Nessuno deve vergognarsi a tavola.
La pazienza è il miglior rimedio per ogni guaio.
Nei confronti di un buon ospite o amico ciò che si spende è un guadagno.
Chi fa l'elemosina ha sempre l'aria di vergognarsi più di chi la riceve.
La religione cattolica è una guida per elemosinare il Cielo: guadagnarselo sarebbe troppo scomodo. I preti sono i sensali di quell'accattonaggio.
Bisogna fare soltanto elemosine anonime. Hanno il grande vantaggio di sopprimere l'ingratitudine.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
La elemosina anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio.
Non faccio elemosine. Non sono abbastanza povero per farle.
Date, ricchi! L'elemosina è sorella della preghiera.
Il lavoro è amore reso visibile. Se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l'abbandoniate andandovi a sedere al cancello del tempio per ricevere l'elemosina da chi lavora con gioia.
Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
L'elemosina individuale stabilisce legami preziosi tra il ricco e il povero.