Non faccio elemosine. Non sono abbastanza povero per farle.
La sensualità affretta spesso la crescita dell'amore, così che la radice rimane debole e facile da strappare.
Non c'è niente da fare: ogni maestro ha un solo allievo, e questo gli diventa infedele perchè è destinato anche lui a diventare maestro.
Così ragionano tutti i pesci, ciò di cui essi non toccano il fondo è senza-fondo.
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
Ringraziamento. Un'anima delicata è angustiata dal sapere qualcuno obbligato a ringraziarla; un'anima gretta, dal sapersi obbligata a ringraziare qualcuno.
Il lavoro è amore reso visibile. Se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l'abbandoniate andandovi a sedere al cancello del tempio per ricevere l'elemosina da chi lavora con gioia.
L'elemosina è sorella della preghiera.
Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
Devi diventare bravo in una di queste due cose: seminare in primavera o chiedere l'elemosina in autunno.
Non ho bisogno di un vecchio. Questo non è un grande ranch, e io non posso permettermi di dar da mangiare a un vecchio e di pagargli il conto del dottore. Devi pur avere dei parenti o degli amici. Va' da loro. Andare dagli estranei è come chiedere l'elemosina.
L'elemosina individuale stabilisce legami preziosi tra il ricco e il povero.
L'elemosina dà solo al donatore l'impressione di fare qualcosa e chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi. Mendicare priva l'uomo della sua dignità, togliendoli l'incentivo a provvedere alle proprie necessità con il lavoro, lo rende passivo.
Date, ricchi! L'elemosina è sorella della preghiera.
L'elemosina incoraggia l'assuefazione invece che l'autostima e la capacità di cavarsela da soli.