Il passato è un segnale di direzione, non un palo dove appoggiarsi.
La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.
Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo.
Quando mi guardo indietro, solitamente sono più dispiaciuto per le cose che non ho fatto che per quelle che non avrei dovuto fare.
Il passato non sta mai fermo un attimo: è mobile come una bandiera in una giornata di vento. Visto con gli occhi del presente, tende continuamente a modificarsi, fino a diventare quello che Sant'Agostino definiva «il presente del passato».
Passato: me, mi han recapitato ieri. Futuro: me, mi decapiteranno domani.
Il volto del passato ci attira soltanto nella misura in cui è su di lui il riflesso dell'eterno.
Non posso cambiare il passato ma posso provare a migliorare il futuro.
Del passato dovremmo riprendere i fuochi, e non le sue ceneri.
Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia.
Quand'è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia?