Quand'è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia?
Forse la gente deve soffrire davvero prima di arrischiarsi a fare ciò che ama.
Sono stanca di questo mondo di apparenze. Maiali che sembrano grassi. Famiglie che sembrano felici. Dammi liberazione. Da quello che sembra generosità. Da quello che sembra amore. Flash.
Alcuni sono ancora convinti che sapere equivalga a potere.
Se non sai quello che vuoi, finisci con un mucchio di roba che non vuoi.
Mi chiede: "Fa molto male morire? " "Beh, tesoro," rispondo, "sì, ma fa molto più male continuare a vivere".
Il futuro è un libro ancora da scrivere di che cosa parli e per quante pagine a nessuno è dato saperlo però vorrei che questo foglio bianco raccontasse di noi.
Che differenza c'è fra ciò che non sarà mai e ciò che non è mai stato?
Il futuro è un territorio che nessuno conosce. Non esiste una mappa. Quello che ci aspetta dietro l'angolo, non potremo conoscerlo se non girando l'angolo. Non so proprio immaginarlo.
Più di tutto mi ricordo il futuro.
I giovani delinquenti non hanno un avvenire sicuro. Possono ancora diventare persone perbene.
Il futuro è comodo, piccolo. Non grande e burino.
Una spugna per cancellare il passato, una rosa per addolcire il presente e un bacio per salutare il futuro.
Chi non ha paura del futuro può godersi il presente.
Qualcuno «costruisce» il proprio avvenire ma, in realtà, anche altri partecipano a questa impresa, che è primariamente una manifestazione della vita sociale.
Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato.