Il web fa più danni di un'autobomba.
La democrazia non può essere definita come la presenza di parlamenti ed elezioni.
Ciò a cui dovremmo puntare è un concetto di organicità, e non solamente di meccanismi: la democrazia che conserva lo stato di diritto, la separazione dei poteri, che è partecipativa e pluralista.
Invariabilmente, anche uno stato palestinese dovrebbe vivere fianco a fianco con Israele entro confini riconosciuti e sicuri; la sicurezza e la prosperità del popolo palestinese devono essere garantite.
Gli Stati Uniti e l'Unione Europea devono aiutare la traduzione della domanda di democrazia in una volontà politica.
Internet? Prova a scaricare un tortellino se ci riesci!
Nel cyberspazio non c'è posto per la proprietà privata, siamo nell'era del dotcomunismo.
Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo "comunicazione" conferisce una certa aura.
La trasmissione di documenti per mezzo di cavi telefonici è possibile in linea di principio, ma l'apparecchiatura richiesta è così costosa che non diventerà mai una tesi pratica.
I ragazzi non guardano la tv, l'informazione viene da internet e spesso è avariata, è come se vivessero in un mondo irreale.
Per quanto mi riguarda Internet è solo un modo nuovo per essere respinto da una donna.
SMS al posto delle molotov e twitter al posto delle pietre. È la forza dell'intifada digitale.
Siamo in guerra e la vinceremo. La Rete è dalla nostra parte.
Le prossime elezioni americane si vinceranno o si perderanno in Rete, la presenza e l'interesse che i candidati hanno sui social media è massima, in particolare sui principali tre social media che sono You Tube, Facebook e Twitter.
Mostratemi un politico moderno che non capisce Internet e vi mostrerò un perdente.