Ogni criminale è il boia di se stesso.
La morte pareggia tutto.
La calamità è l'opportunità della virtù.
Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.
La diffidenza chiama l'inganno.
Puoi capire il carattere di una persona dal modo come accoglie le lodi.
Se i criminali agissero sempre secondo un orario ben preciso, come i treni, sarebbe certo molto comodo.
Tutti possiamo essere spregevoli. Ognuno di noi porta con sé un crimine commesso o un crimine che l'anima gli chiede di commettere.
Nel crimine c'è dell'eroismo, come nella virtù. Il vizio e l'infamia hanno i propri altari e la propria religione.
Il crimine e le vite scellerate sono la misura del fallimento di uno Stato, ogni crimine alla fine è il crimine della comunità.
Occorre fare attenzione a non lasciare che i crimini commessi da singole persone o da piccoli gruppi ci facciano cadere nella trappola delle "generalizzazioni", in modo che questi atti condizionino il nostro modo di guardare a intere popolazioni, intere regioni e religioni.
Il crimine è una sorta di malattia e dovrebbe essere trattato come tale.
Un crimine generalizzato diviene ben presto un diritto.
Un crimine che riporta successo e fortuna è chiamato virtù.
C'è chi, come prezzo del proprio misfatto, ebbe la forca, chi la corona.