Il crimine è una sorta di malattia e dovrebbe essere trattato come tale.
Dove c'è amore c'è vita.
Dove c'è paura non c'è religione.
Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa ne perdonare ne punire.
È bene confessare i propri errori. Ci si ritrova più forti.
Ci sono princìpi che non ammettono compromessi e per la cui pratica occorre essere pronti a sacrificare anche la vita.
I cattolici e i comunisti hanno commesso grandi crimini, ma alla fine non si sono fatti da parte, come in una società costituita, e sono rimasti indifferenti.
Il crimine è solo una sinistra forma dell'umano sforzo.
La povertà diminuisce la gravità del crimine.
Non ho, non avrei potuto e non avrei neanche voluto commettere questo crimine.
Le ragioni che fanno sì che ci si astenga dai crimini sono più vergognose, più segrete dei crimini.
Chi sfrutta i bambini spegne la luce del mondo, perché sfruttare i bambini significa fare un crimine contro l'umanità.
La difesa sociale dal crimine comincia a passare per le sale neurochirurgiche. l'estremismo di terapie mostruose.
La giovinezza è una cosa meravigliosa: che crimine, sprecarla nei bambini!
Ciò che il borghese molto cristiano del ventesimo secolo non perdona a Hitler, non è il crimine in se, è il crimine contro l'uomo bianco. Di avere applicato all'Europa metodi colonialisti fino ad ora subìti solo dagli arabi, dai lavoratori indiani e dai negri d'Africa.
Padre contro figlio, fratello su fratello partoriti in un avello come carne da macello, uomini con anime sottili come lamine, taglienti come il crimine, rabbiosi oltre ogni limite.