Un crimine generalizzato diviene ben presto un diritto.
In amore, quando chiediamo delle parole, è perché si ha paura d'intendere i pensieri.
Le persone virtuose si vendicano spesso delle costrizioni che si impongono con la noia che ispirano.
L'amicizia è più spesso una porta d'uscita che una porta d'entrata dell'amore.
Non si è religiosi soltanto quando si adora una divinità, ma anche quando si mettono tutte le risorse dei proprio spirito, tutte le sottomissioni della volontà, tutti gli ardori del fanatismo, al servizio d'una causa o d'un uomo diventato lo scopo e la guida dei sentimenti e degli atti.
L'anima delle folle è sempre dominata dal bisogno di servire e non da quello di libertà. La sete di obbedienza le spinge a sottomettersi per istinto a chi se ne dichiara padrone.
C'è chi, come prezzo del proprio misfatto, ebbe la forca, chi la corona.
Il crimine e le vite scellerate sono la misura del fallimento di uno Stato, ogni crimine alla fine è il crimine della comunità.
Tutti possiamo essere spregevoli. Ognuno di noi porta con sé un crimine commesso o un crimine che l'anima gli chiede di commettere.
Ogni criminale è il boia di se stesso.
La lotta alla criminalità organizzata è molto difficile, perché la criminalità è organizzata, ma noi no.
Se i criminali agissero sempre secondo un orario ben preciso, come i treni, sarebbe certo molto comodo.
Criminali. Gente che pensa male dei carabinieri, e di cui i carabinieri pensano peggio.
Spogliato delle razionalizzazioni etniche e delle pretese filosofiche, un crimine è una qualunque cosa, che chi comanda, proibisce.
Occorre fare attenzione a non lasciare che i crimini commessi da singole persone o da piccoli gruppi ci facciano cadere nella trappola delle "generalizzazioni", in modo che questi atti condizionino il nostro modo di guardare a intere popolazioni, intere regioni e religioni.