L'uomo preferisce vivere male cent'anni che bene cinquanta.
La superstizione aiuta a vivere più di quanto la religione aiuti a morire.
La morte ci fa rinunciare a quello che la vita non ci avrebbe mai dato.
Bastare a se stessi è facile. Purché ci si accontenti di poco.
Accettare se stessi è saggezza; accettare gli altri può anche essere menefreghismo.
Il critico pretende d'insegnare all'artista quel che lui non imparerà mai.
Vivere senza speranza significa rinunciare a vivere.
Vivi con gli dei. Perché infatti vive con gli dei chi costantemente mostra loro di essere intimamente soddisfatto di ciò che gli hanno assegnato.
Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.
L'unica gioia al mondo è cominciare. E' bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante.
Chi vive solo per compiacere se stesso fa un piacere al mondo quando muore.
Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
Viviamo, nell'imbrunire della coscienza, mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo essere.
Che non tutti possano vivere allo stesso modo, lo capisco, ma la differenza può essere tanto grande?
Viviamo come sogniamo, soli.
Chi vive sempre nel calore e nella pienezza del cuore e per così dire nell'aria estiva dell'anima, non può immaginarsi il misterioso rapimento che afferra le nature più invernali, che vengono eccezionalmente toccate dai raggi dell'amore e dal tiepido soffio di un solatio giorno di febbraio.