Chi dice che l'inferno è nell'aldilà conosce male l'aldiquà.
Più che in Dio, l'italiano crede nei miracoli.
La superstizione è, in fondo, la più tangibile delle fedi.
L'uomo è un condannato a morte che ha la fortuna d'ignorare la data della propria esecuzione.
Tutte le donne sono diverse, ma tutte le mogli sono uguali.
La concisione è l'arte di dire molto con poco; la prolissità, di dire niente con troppo.
L'invenzione dell'inferno è la cosa più orrenda, ed è difficile concepire come, dopo questa invenzione, ci si possa ancora aspettare qualcosa di buono dagli uomini.
Senza il purgatorio e l'inferno, il buon Dio non sarebbe che un povero re.
L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.
Sulla via per l'inferno c'è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.
Quando moriremo andremo sicuramente in Paradiso, perchè l'Inferno l'abbiamo già vissuto qui.
È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno.
Da quando l'uomo non crede più all'inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all'inferno. Non può farne a meno.
Al niente preferisco l'inferno, se non altro per la conversazione.
L'inferno di cui parla la teologia non è peggiore di quello che noi creiamo a noi stessi in questo mondo formando in modo sbagliato il nostro carattere.