Molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi?
Gli uomini più sapienti non sono stati i più saggi.
Il sapiente non è soggetto ad alcuna offesa; pertanto non importa quante frecce siano scagliate contro di lui, dal momento che è del tutto invulnerabile.
Il retto pensiero è la massima virtù e la sapienza è dire e far cose vere ascoltando e seguendo l'intima natura delle cose.
Il sapiente è di migliore qualità, se nessuna offesa gli nuoce, piuttosto che se non gliene viene fatta nessuna; e io dirò uomo valoroso quello che non è domato dalle guerre e non è impaurito dalla forza del nemico che si avvicina, non quello che si gode un pingue ozio tra popoli inoperosi.
Come certi scogli protesi verso il mare profondo fanno sì che questo vi si infranga, ed essi, pur colpiti per tanti secoli, non mostrano alcun segno della furia marina, così l'animo del sapiente è saldo e racchiude in sé tale vigore da essere al riparo dall'offesa.
Nessuno mai condannò la sapienza alla povertà.
Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
A volte la sapienza più grande consiste nel non sapere o nel fingere di non sapere.
Non deviare dalla natura e il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza.
Comprendere la vanità e il ridicolo delle cose del mondo è somma sapienza; riderne è somma forza.