L'invidia e le teste vuote vanno sempre insieme.
A volte ciò che si tace arreca maggior piacere di ciò che si dice.
Il tacere spesso è per l'uomo il più saggio pensare.
L'unico vero giudice della verità è il tempo.
I giorni ancora di là da venire sono i giudici più saggi.
L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
Sono immune dall'invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.
Una modalità di difesa frequente è quella di stimolare l'invidia negli altri con il proprio successo, con la ricchezza e la fortuna, rovesciando così la situazione di chi sperimenta l'invidia.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo pecco d'invidia.
Provare invidia è umano, assaporare la gioia per il danno altrui è diabolico.
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.
Un io feroce: ecco l'invidioso.
L'invidia non tocca solamente i cattivi, ma anche i buoni e nelle cose buone... È una tristezza, una malinconia, è come una malattia del cuore.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.