Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
Che cosa è che fa il filosofo? Il coraggio di non tenersi nessuna questione sul cuore.
Se a un Dio si deve questo mondo, non vorrei essere nei suoi panni; il dolore e le ingiustizie che vi regnano, mi strazierebbero il cuore.
La lontananza e l'assenza prolungata danneggiano ogni amicizia, per quanto lo si ammetta così malvolentieri. Gli uomini che non vediamo più, anche nel caso fossero i nostri più cari amici. si disseccano, con il passare degli anni, poco per volta sino a diventare dei concetti.
Fede e conoscenza rinchiuse nella medesima testa non vanno d'accordo; ci stanno come un lupo e una pecora chiusi nella medesima gabbia: e la conoscenza è il lupo che minaccia di divorare la vicina.
Il filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e non una scienza.
L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.
L'invidia è un sentimento che divora chi lo nutre.
Il vasaio ce l'ha con il vasaio e l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico e il poeta il poeta.
L'invidia è una forma di vizio, in parte morale e in parte intellettuale, che consiste nel non vedere mai le cose in se stesse, ma soltanto in rapporto ad altre.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di chi è invidiato.
Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l'occhio dell'invidia.
Il successo degli invidiosi è l'insuccesso degli altri.
L'invidia apriva loro gli occhi: è un demone che non si lascia sfuggire nulla, e che trae conclusioni da ogni cosa, proprio come la gelosia.
L'esaltazione degli antichi scrittori procede non dalla reverenza per i morti, ma dallo spirito di rivalità e dalla reciproca invidia dei vivi.