L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
Muore più gente nel proprio letto che in trincea.
È facile giudicare gli altri, ma ci rendiamo conto di quanto sia meschino il nostro disprezzo solo quando li abbiamo persi, quando ce li portano via.
Passata la prima gioventù, ci si rende conto della fragilità della propria esistenza.
Se il vero dolore consistesse in uno schiaffo...
Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.
L'unico rimedio contro l'invidia per gli uomini e le donne comuni è la felicità, e il difficile sta nel fatto che l'invidia è in sé stessa un terribile ostacolo alla felicità.
Possiamo descrivere il nostro odio, la nostra gelosia, le nostre paure, le nostre vergogne. Ma non la nostra invidia.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
L'invidia, il sentimento più fortificante e più puro.
Essere felici vuol dire essere invidiati. Ora c'è sempre qualcuno che ci invidia. Si tratta di scoprirlo.
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
Coloro i quali hanno meno fiducia in se stessi, sono i più invidiosi.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
L'invidia è come prendere un veleno e aspettare che l'altra persona muoia.