L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.
Nell'uomo c'è il desiderio di credere in Dio per bisogno di sicurezza e di protezione.
L'ubriachezza è un suicidio temporaneo.
Ogni umana attività è indotta dal desiderio.
Le stelle sono nel cervello dell'uomo.
A me sembra che tutti, con pochissime eccezioni, facciano un cattivo uso del potere e di conseguenza la cosa più importante è distribuire il potere quanto più si può e non dare un immenso potere a una piccola cricca.
L'uomo invidioso pensa che se il suo vicino si rompe una gamba, egli sarà in grado di camminare meglio.
L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
Non invidiare chi sembra avere tutto, non ha davvero tutto. Ha ciò che vuole e vive la vita che desidera, ma non ha ciò di cui ha veramente bisogno.
Il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una perdita propria.
L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla.
Le persone possono mostrarsi gelose, ma nascondono la loro invidia.
L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
Il morso dell'invidia è quello spasmo doloroso che ci afferra nostro malgrado alla vista di qualcuno che possiede quello che non possediamo e che desideriamo. E' il prodotto della vertigine della mancanza.
L'invidia non tocca solamente i cattivi, ma anche i buoni e nelle cose buone... È una tristezza, una malinconia, è come una malattia del cuore.
Coloro i quali hanno meno fiducia in se stessi, sono i più invidiosi.