Il dolore precede ogni piacere ed è il principio motore dell'uomo.
Nei disastri pubblici l'umana debolezza inclina sempre a sospettarne cagioni stravaganti anzi che crederli effetti del corso naturale delle leggi fisiche.
La tortura non è un mezzo per iscoprire la verità, ma è un invito ad accusarsi reo egualmente il reo che l'innocente; onde è un mezzo per confondere la verità, non mai per iscoprirla.
Il disordine medesimo di consumare più che non si riproduce è uno sprone a maggiormente riprodurre.
Il denaro è la merce universale: cioè a dire è quella merce la quale per la universale sua accettazione, per il poco volume che ne rende facile il trasporto, per la comoda divisibilità, e per la incorruttibilità sua è universalmente ricevuta in iscambio di ogni merce particolare.
Dovunque c'è il dolore qui santa è la terra.
È cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
E dopo il bagliore del fulmine, il buio della notte profonda, la quiete non quieta del troppo: troppo vedere, troppo soffrire, troppo sapere. Non quiete del sonno, ma della breve morte: quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po' per andare avanti.
Dove non c'è vergogna è un dolore pulito.
Ho provato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare.
Certe persone - e io sono di quelle - odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma.
L'uomo dovrebbe imparare ad affrontare il dolore perché non è tutto da gettare via. C'è un dolore che tormenta e uno che matura. Un dolore che distrugge e un altro che avvisa per tempo di ciò che occorre fare.
Tu puoi tenerti lontano dai dolori del mondo, sei libero di farlo e risponde alla tua natura, ma forse proprio questa tua astensione è l'unico dolore che potresti evitare.
Quanto dolore c'è nella vita, è vero, ma quanta vita c'è nel dolore?