Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la demostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé e gli altri.
L'universo è tutto centro e tutto circonferenza.
A chi manca il danaio, non solo mancano pietre, erbe e parole, ma l'aria, la terra, l'acqua, il fuoco e la vita istessa.
La matematica, che ci insegna a fare astrazione dalla materia, dal moto e dal tempo, ci rende capaci di intendere e contemplare le specie intellegibili.
L'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale.
Il dolore è il grido dall'allarme della natura. È l'avvertimento sommario del complesso psichico contro l'aggressione di un estraneo.
Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico, ma solo chi ha un animo nobile riesce a simpatizzare col successo di un amico.
Il dolore indurisce. Il grande dolore indurisce maggiormente.
Siamo giunti a tanto meschine insulsaggini che ci tormenta non solo il dolore, ma il pensiero del dolore, come accade solitamente ai bambini, i quali sono spaventati dall'ombra.
Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe anche la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l'uomo.
È destino dell'uomo di sottostare al dolore; vanto il non lasciarsi vincere e atterrare da esso.
Il dolore inerisce alla vita come contrappunto che dà pienezza al fervore d'esistere.
Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera.
Quando due dolori si verificano insieme, ma non nello stesso posto, il più violento oscura l'altro.
Poco ha doglia chi, dolendo, tace.