Il dolore. Se ti posso sopportare, sei leggero; se non posso, durerai poco.
Ritieniti felice allorché ogni tua gioia nascerà da te stesso.
Mi domandi quale sia la giusta misura della ricchezza? Primo avere il necessario, secondo quanto basta.
I dolori leggeri concedono di parlare: i grandi dolori rendono muti.
Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente.
Lo stolto può salire con fatica alla saggezza, il saggio non può ripiombare nella stoltezza.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.
Coltiviamo per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso.
Il dolore fa più rumore di qualsiasi rumore.
Poco ha doglia chi, dolendo, tace.
Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che dolore.
Chi si abbandona al dolore senza resistenza o si uccide per evitarlo abbandona il campo di battaglia prima di aver vinto.
Il dolore per la Chiesa finisce con il diventare uno strumento di potere e quindi con l'aumentare l'audience.
In una scala da 1 a 10, come valuti il tuo dolore?
Solo chi non conosce il dolore, può ridere di chi soffre.
Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita.