Il danaio che si spende è sterile, e quel che si gioca è fruttifero.
Due cose mantengono vive le creature: il letto e il giuoco; peroché l'uno è refrigerio de le fatiche e l'altro ricreazione de i fastidi.
Dammi la lingua, appunta i piedi al muro; stringi le coscie, e tienim stretto, stretto; lasciat'ire a riverso in sul letto che d'altro che di fotter non mi curo. Ai! Traditore! Quant'hai il cazzon duro!
I vecchi sono eunuchi del tempo.
La lode che s'acquista in non lasciarsi offendere avanza la gloria che si guadagna vendicandosi.
Ogni regola del gioco è affascinante. Un gioco, non è che questo, e il delirio del gioco, il piacere intenso del gioco proviene dalla chiusura nella regola.
Giocare significa fare esperimenti col caso.
Il gioco è sempre una perdita: di tempo, se non altro.
Il gioco è un corpo a corpo con il destino.
Quando il gioco si fa duro, i duri si chiedono se è il caso.
Giocare, giocare non è divertente, nel senso leggiadro della parola. Anzi è una cosa, con quella tensione senza respiro, profondamente faticosa.
I tratti essenziali di ogni gioco: la simmetria, le leggi arbitrarie, il tedio.
Le carte sono una guerra, sotto le mentite spoglie di un gioco.