La storia è la scienza delle cose che non si ripetono.
L'essenza del classicismo è venire dopo. L'ordine presuppone un certo disordine che esso viene a sistemare.
Le idee hanno un valore puramente transitivo.
Se il Bene, invece che estraneo, incomprensibile, un altrui capriccio, ci apparisse nostro, espressione di ciò che vogliamo profondamente, non ci sarebbe alcun merito ad obbedirgli, poiché non vi sarebbe alcuna amarezza.
Ciò che è sempre nella mente quasi mai è nelle labbra.
La storia universale è un'alternanza di divastazioni e di lifting che ne spianano le cicatrici, protesi che compensano le mutilazioni, deodoranti spruzzati sul tanfo del sangue.
La storia della politica del potere non è nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa.
Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.
Le sensazioni sono i dettagli che compongono la storia della nostra vita.
Non si conosce a fondo una scienza finché non se ne conosce la storia.
Di una storia è vero solo quello che l'ascoltatore crede.
Il problema con le "lezioni della storia" è che di solito le comprendiamo dopo averci sbattuto la faccia contro.
Noi tutti abbiamo creduto di poter trattare la Storia come un esperimento di fisica. La differenza è che in fisica si può ripetere l'esperimento migliaia di volte, ma nella Storia si può farlo solo una volta.
La storia insegna che la storia non insegna nulla.
Il problema della storia dell'uomo è che non porta da nessuna parte se non verso la morte sicura dell'individuo, e questa è una cosa brutta e monotona, una semplice questione di nettezza urbana.