Guai a chi non sa viaggiare.
Dai nostri genitori abbiamo imparato a calcolare quel che l'ozio ci fa perdere, non quello che ci fa guadagnare. Oggi, dobbiamo imparare di nuovo a rilassarci. È un mestiere come un altro; una vocazione, anche.
Le guerre stesse sono viaggi, viaggi di nazioni.
Un viaggio è una nuova vita con una nascita, uno sviluppo e una morte, che ci è offerta all'interno dell'altra. Approfittiamone.
Ricordatevi, nel comprare una valigia, che durante un lungo viaggio ci sarà sempre un momento in cui sarete costretti a portarla voi stessi.
Il viaggio fu, in realtà, una delusione, cioè per allora, perché in seguito esso fece maturare i più splendidi frutti.
Questo mi basta; il resto della terra senza mai pagar l'oste andrò cercando con Ptolomeo, sia il mondo in pace o in guerra; e tutto il mar, senza far voti quando lampeggi il ciel, sicuro in su le carte verrò, più che su i legni, volteggiando.
Per un cuoco viaggiare è importantissimo. A patto di farlo con gli occhi e le orecchie aperti. La contaminazione funziona se è fatta in modo saggio, non selvaggio. Senza dimenticare chi sei e da dove vieni.
Ci sono molti modi di arrivare. Il migliore è quello di non partire.
Un viaggiatore senza osservazione è un uccello senza ali.
Nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.
Deve essere l'andare, non l'arrivarci, quello che è buono.
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo, o nel mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi.
Ha senso che un australiano viaggi in India per incontrare altri australiani?