Nel mondo governa uno zar spietato: fame è il suo nome.
Si chiese perché un essere umano si dovesse sentire, in un mondo nel quale doveva pur vivere, tanto sradicato e miserabile.
Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
Là dove stanziano le milizie nascono sterpi e rovi, al seguito dei grandi eserciti vengono certo annate di miseria.
L'amore, il lavoro, la famiglia, la religione, l'arte, il patriottismo sono delle parole prive di senso per chi muore di fame.
L'uomo vive di solo pane, ma solo quando c'è poco pane.
La nostra politica non è diretta contro alcun paese o dottrina, bensì contro la fame, la miseria, la disperazione o il caos.
E' stata una nostra colpa, non meno grave delle altre, l'essere vissuti per tanti anni distratti in uno squallore che agiva per conto suo.
Quelli che hanno dei mezzi pensano che la cosa più importante al mondo sia l'amore. I poveri sanno che è la ricchezza.
La burocrazia sovietica si è posta al di sopra di una classe che usciva appena dalla miseria e dalle tenebre e non aveva tradizioni di comando e di egemonia.
L'indigenza è mancanza delle cose necessarie.