Tutto vince il lavoro improbo, e nelle strettezze miseria che urge.
Il successo li incoraggia: essi possono, poiché pensano di potere.
Un'intelligenza muove tutta quella massa.
Vincerà l'amor di patria e l'immenso desiderio di gloria.
La fama, andando, diventa più grande.
Ma un dio penetra in ogni cosa, nelle terre e negli spazi di mare e nel cielo profondo.
L'amore, il lavoro, la famiglia, la religione, l'arte, il patriottismo sono delle parole prive di senso per chi muore di fame.
Credimi: anche la più grande saggezza talvolta ha reso miseri gli uomini.
Della miseria sua causa è l'avaro.
Chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore.
La fortuna non può impicciarsi con la miseria, così va la legge di natura!
Dio vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità la sede della sua onnipotenza. Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa!
Le persone che vanno in malora in grande stile non saltano mai i pasti. È il povero diavolo che deve tirare la cinghia.
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
La nostra ricchezza è il disordine, che poi è anche la nostra miseria.
L'uomo è ricco da quando ha familiarizzato con la penuria.